L’errore dei due mondi

Due mondi.
Da casa mia al confine orientale son due passi, nel senso che, volendo, posso attraversarlo a piedi, e comunque mi bastano una decina di minuti per arrivare in automobile a Capodistra/Koper, la città più vicina.
Proprio questo ho fatto oggi, approfittando della riapertura dei confini con la Slovenia e, dettaglio non trascurabile, del fatto che il bel tempo invitava a una bella passeggiata in riva al mare.
Mi si potrebbe obiettare che se ne avevo voglia avrei potuto anche andare a prendere aria sulle rive nostrane, dato che di suggestivi spazi per muovere un po’ le gambe e fare la ricarica di iodio non ne mancano, però dopo più di tre mesi di distacco forzato ero curioso di vedere come se la passavano di là.
La situazione di qua la conosco, e la conoscete anche voi: distanziamento (a)sociale di un metro (almeno), mascherina nei luoghi chiusi, mascherina all’aperto quando non è possibile mantenere il distanziamento (a)sociale, guanti monouso nelle rivendite di generi alimentari, distanziamento tra gli avventori dei locali pubblici, installazione di sbarramenti in materiale plastico trasparente sui tavolini o nei negozi, divieto di formazione di gruppi numerosi, sconsigliati i baci e le strette di mano per salutarsi, invito a disinfettarsi spesso le mani e di sanificare periodicamente le superfici, verifica dell’adeguatezza degli impianti di aria condizionata, divieto di spostamento con mezzi pubblici al di fuori della regione (salvo per comprovati motivi di lavoro e salute), verifica della temperatura corporea all’ingresso dei locali pubblici, registrazione delle prenotazioni e mantenimento per 15 giorni dei nomi degli avventori, e via dicendo. Per buona mano mettiamo ci dentro anche il tracciamento individuale mediante la app telefonica Immuni.
Ora vi descrivo la situazione di là, a un tiro di schioppo da qua.
Distaziamento (a)sociale: zero
Mascherina: zero
Guanti monouso: zero
Distanziamento nei locali pubblici: zero
Sbarramenti: zero
Divieto di assembramento: zero
Divieto di spostamento: zero
Controllo della temperatura corporea: zero
App di tracciamento: zero.
La gente si saluta, si stringe la mano, affolla i mercatini, i ristoranti, i bar, esattamente come un anno fa. L’unica differenza è che, per il momento, ci sono meno turisti.
Ora dico, ma com’è possibile che coesistano questi due mondi così distanti? Siamo fessi noi o sono suicidi loro?
Anche in Slovenia hanno avuto i loro contagiati e i loro morti, in proporzione meno di noi, questo è vero, ma se togliamo dalle statistiche nostrane i dati della Lombardia le situazioni si avvicinano molto. Quindi il problema è duplice e la soluzione potrebbe assomigliare a un ossimoro, nel senso che servirebbero degli interventi uniformi ed elastici.
Uniformi, nel senso che dovrebbero valere paesi europei, una base comune minima e inderogabile di linee guida alle quali tutti si devono adeguare.
Elastici, indirizzati allo studio di una legislazione di contatto tra paesi confinanti che stabilisca delle norme locali coerenti e omogenee per la protezione/prevenzione, col fine ultimo di evitare dei confini sanitari che brillerebbero solamente per anacronismo e assurdità, proprio come l’attuale che è caratterizzato da un eccesso di vigilanza da una parte e, al contrario, da un assoluto lassismo dall’altra.
Ah sì, già che c’ero ho scattato una foto della mia pescheria preferita.

La mia pescheria preferita (dettaglio)
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