Perché

Perché un altro blog?
Semplice: per vanità.
Se ne sentiva la necessità?
Direi proprio di no, ma in fin dei conti, se mi passate il paragone, nemmeno di altri libri l’umanità avrebbe bisogno. Nel corso dei secoli passati sono già stati scritti miliardi e miliardi di parole, e quelle sono le orme di chi ha già percorso tutti i sentieri che si inoltrano nell’animo umano: coraggio, paura, amore, odio, ambizione, sacrificio, memoria, utopia, e chi più ne ha più ne metta.
Eppure ogni giorno vengono pubblicati più di 150 (centocinquanta) nuovi libri, e non sono certo che una tale messe di titoli sia in grado di aggiungere un solo grammo di sapere a quanto hanno già scritto gli autori d’un tempo.
Certo, cambia lo stile, si adegua ai tempi, lemmi desueti vengono sostituiti dalla terminologia presente, la costruzione del periodo viene semplificata o, per meglio dire, viene sollevato il lettore dalla fatica di venire a capo di periodi inzeppati di puntigliosa, sebbene legittima, punteggiatura, però nella maggior parte dei casi si tratta di una nuova mano di vernice, perché da migliaia d’anni gli attori son sempre quelli, Eros e Thanatos, e non sono ancora sazi di sangue.
Senza voler tornare indietro fino alle tavolette d’argilla, sarei curioso di sapere quanti capolavori del recente passato stanno facendo polvere, mentre libri freschi di lancio si contendono il favore del mercato. Immagino troppi.
Così è per questo blog. È molto probabile che nulla aggiunga a quanto sia già stato detto da chi ne aveva più diritto, però lo scopo ultimo delle mie esternazioni non è quello di offrire risposte, casomai il contrario, ovvero andare a pescare nuovi dubbi.
Il primo ve lo suggerisco subito, ossia se vale la pena di perdere del tempo qui.
Badate che non c’è e non ci sarà un filo conduttore, salterò di palo in frasca, meglio ancora alla frasca sul palo, quel nostrano segnale che annuncia la presenza di un agreste posto di ristoro dove sollevare lo spirito con più di qualche bicchiere di buon vino, e chissà non sia quello a nutrire la sorgente dei fiumi di parole che troppe volte esondano dalla tastiera al monitor, eccessivi per questo medium, e forse anche per chi, a suo rischio e pericolo, li subisce.
Perciò ora sapete, e non sapete, cosa vi aspetta, comunque non venitemi poi a dire che non vi ho avvisati.