Le saline… discorso lungo nel quale l’acqua dolce ha il suo peso.
Il Mare Adriatico ha una forte salinità, e infatti il sale in Istria era raccolto già durante il neolitico sugli scogli di Brioni. Nel medioevo tutti i villaggi costieri avevano una salina, ma si trattava di impianti a evaporazione semplice che davano un sale sporco e di qualità appena accettabile.
Venezia copiò la tecnica delle saline “moderne” seguendo le tecniche usate dagli abitanti della Dalmazia meridionale e introdusse intorno al 1000 il primo monopolio, obbligando tutti i sudditi a utilizzare solamente il sale prodotto a Cervia e a Pago. Nel 1300, la perdita delle saline di quelle due città obbligò Venezia a concedere la produzione di sale anche alle cittadine istriane della costa, fermi restando gli obblighi di versare 1/6 del prodotto (il sestiere) alla Serenissima, e di vendere il sale nel proprio comune e l’eventuale eccedenza a Venezia.
Per ottenere il sale migliore era però necessaria, oltre a un fondale basso, anche l’acqua dolce, e quella si trovava a Capodistria, Strugnan, Muggia, Isola e Piran. Eventi climatici o antropici hanno decretato l’abbandono e la sparizione di quelle saline, tranne che a Sicciole, vicino a Piran, dove si produce dell’ottimo sale bianco e il fior di sale.
In Istria purtroppo ci sono pochi fiumi, a regime piuttosto variabile e a tratti torrentizio: l’Ospo che sfocia a Muggia, il Risan, che sfocia a Capodistria, la Dragogna, che sfocia a Sicciole, il Quieto, che sfocia a Cittanova, e l’Arsa, che sfocia nell’Albonese.
Capirai che le coltivazioni soffrono a causa della penuria d’acqua, e infatti alcune zone interne sarebbero adatte ancora oggi per girarci un film western.
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che paesaggi diversi! dal mare alla campagna …
Eh… se ci fosse l’acqua, sarebbe come la Toscana. 🙂
le saline?
Le saline… discorso lungo nel quale l’acqua dolce ha il suo peso.
Il Mare Adriatico ha una forte salinità, e infatti il sale in Istria era raccolto già durante il neolitico sugli scogli di Brioni. Nel medioevo tutti i villaggi costieri avevano una salina, ma si trattava di impianti a evaporazione semplice che davano un sale sporco e di qualità appena accettabile.
Venezia copiò la tecnica delle saline “moderne” seguendo le tecniche usate dagli abitanti della Dalmazia meridionale e introdusse intorno al 1000 il primo monopolio, obbligando tutti i sudditi a utilizzare solamente il sale prodotto a Cervia e a Pago. Nel 1300, la perdita delle saline di quelle due città obbligò Venezia a concedere la produzione di sale anche alle cittadine istriane della costa, fermi restando gli obblighi di versare 1/6 del prodotto (il sestiere) alla Serenissima, e di vendere il sale nel proprio comune e l’eventuale eccedenza a Venezia.
Per ottenere il sale migliore era però necessaria, oltre a un fondale basso, anche l’acqua dolce, e quella si trovava a Capodistria, Strugnan, Muggia, Isola e Piran. Eventi climatici o antropici hanno decretato l’abbandono e la sparizione di quelle saline, tranne che a Sicciole, vicino a Piran, dove si produce dell’ottimo sale bianco e il fior di sale.
In Istria purtroppo ci sono pochi fiumi, a regime piuttosto variabile e a tratti torrentizio: l’Ospo che sfocia a Muggia, il Risan, che sfocia a Capodistria, la Dragogna, che sfocia a Sicciole, il Quieto, che sfocia a Cittanova, e l’Arsa, che sfocia nell’Albonese.
Capirai che le coltivazioni soffrono a causa della penuria d’acqua, e infatti alcune zone interne sarebbero adatte ancora oggi per girarci un film western.
Ecco che imparo l’origine di sestiere! Quanto a mancanza d’acqua, quest’anno è grigia … Grazie dei sempre appassionati commenti