Improvviso

Improvviso. Cosa significa?
A chi sa di musica la mente va immediatamente a Chopin, a Schubert, ma in questo caso niente pianoforte.
Magari si attaglia di più la prima persona dell’indicativo presente di “Improvvisare”.
Confesso che talvolta, per contrastare “l’impronta” programmatica impostami dalla formazione tecnologica e dalle conseguenti applicazioni professionali, io agisco “all’impronta” imbastendo soluzioni inedite e sconcertanti. In effetti più volte sono stato “accusato” di affrontare i problemi con spirito naif, senza curarmi troppo del pregresso e di quanto è codificato, affidandomi più all’intuito e all’osservazione libera da preconcetti, a volte, appunto, improvvisando.
In questo caso si tratta di immagini che mi sono saltate all’occhio all’improvviso, per caso, ovvero senza che io sia andato a cercarle, a studiarle, a costruirle.
Non sempre è così, anzi quando si tratta di realizzare un report su qualche mostra (vedere quelli su www.lastoffagiusta.it) mi preparo in anticipo su ciò che andrò a fotografare, sulla collocazione dei soggetti, sulla trama del racconto fotografico, e mi regolo di conseguenza.
Quando vado a zonzo invece è diverso. Nella custodia allacciata alla cintura porto sempre con me una piccola bridge, e ogni tanto può capitare che l’occhio cada su qualcosa di interessante, niente di sensazionale o sconvolgente, badate, bensì delle situazioni in grado di dire qualcosa di più della loro essenza, qualcosa in grado di imbrogliare (a fin di bene) l’osservatore. Confesso che il risultato mi appare abbastanza soddisfacente solo nell’un per cento dei casi, in quanto un ammennicolo elettronico è troppo imparziale per leggere il mondo come se lo figurano l’occhio e la mente.
Non si tratta di istantanee, per quelle ci vuole un’abilità speciale nel congelare in un solo attimo tutto il movimento, la storia, il pensiero. Ciò che realizzo sono delle composizioni statiche, pittoriche, nelle quali i colori e i volumi devono sempre combattere e mai vincere.
Ancora una cosa, anzi due.
La prima è che non si tratta di immagini “taroccate” mediante viraggi o altri effetti speciali. Le uniche editazioni attengono alla regolazione del bianco, all’esposizione, all’inclinazione e al taglio, durante il passaggio da RAW a JPG, come si faceva una volta quando si stampava dalla pellicola in camera oscura.
La seconda è sempre quella, ossia che cliccando sulle immagini le potete osservare a tutto schermo.

Ahoj

 

Destinazione sconosciuta

 

Come il cimitero di Praga

 

Il guscio vuoto

 

Homo homini lupus

 

La forma dell’acqua

 

The Wall

 

Quel pur travail de fins éclairs consume
maint diamant d’imperceptible écume
(estratto da “Le Cimetière marin”, di Paul Valéry)
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